Quella del Media Buyer è una delle ormai tante figure professionali che prestano il loro servizio e che, quindi, lavorano nell’ambito e nel settore del digital marketing.
Nonostante questo, però, è difficile incontrare qualcuno che sappia veramente a quali servizi ci si riferisce parlando di un Media Buyer e, tendenzialmente, i pochi che ne sanno qualcosa sono colleghi o professionisti che si occupano dello stesso settore lavorativo.
Quindi, chi è e che cosa fa un Media Buyer? E quali sono i passaggi necessari per intraprendere una carriera di questo tipo? La partita IVA è necessaria? A tutte queste domande – a molte altre – troverai risposta proprio in questo articolo.
Veniamo subito al sodo: il Media Buyer è quella figura professionale che si occupa di acquistare vari spazi pubblicitari all’interno dei vari canali di comunicazione e per conto delle aziende che segue. Il media buying, infatti, è quel processo attraverso cui la figura di riferimento (cioè il Media Buyer) pianifica e tratta l’acquisto di questi spazi, che possono riguarda mezzi di comunicazione come la radio, la TV, i social media e così via.
Più nello specifico, un Media Buyer si occupa delle seguenti mansioni:
In altre parole, quindi, un Media Buyer si occupa di seguire una campagna pubblicitaria dall’inizio alla fine: ecco perché è diventato una figura professionale essenziale nell’ottica del digital marketing.
Per aprire una attività di Media Buyer, dopo aver completato tutti gli studi necessari in merito, occorre anche occuparsi di tutti gli aspetti burocratici necessari per l’avvio di una simile attività, specialmente se si decide di lavorare come libero professionista e, quindi, come freelance.
Per fare ciò, occorre informarsi su tutto ciò che è necessario fare per poter iniziare con questa attività: prima tra tutte, abbiamo ovviamente l’apertura partita IVA, che consente di lavorare da libero professionista e di collaborare con più clienti e più persone da seguire proprio in qualità di Media Buyer.
Il primo punto fondamentale su cui informarsi? Sicuramente il codice ATECO…
Stabilire quale sia il codice ATECO corretto per un Media Buyer è una missione piuttosto difficile e, proprio per questo motivo, occorre essere supportati da un professionista del settore.
Tendenzialmente, però, per poter svolgere il lavoro di Media Buyer, si fa lo stesso ragionamento che si fa per svolgere l’attività, per esempio, di Social Media Manager o di Copywriter: essendo queste professioni ancora nuove, non esistono dei codici ATECO appositamente pensati per chi le svolge.
Si sceglie, quindi, tra i codici ATECO che sembrano essere più coerenti con l’attività svolta, che in questi casi sono:
Ormai si è capito: per un Media Buyer la partita IVA è essenziale, soprattutto nel caso in cui si decida di lavorare come liberi professionisti.
Ma in quale regime fiscale è meglio rientrare? Quello forfettario o quello ordinario?
La tassazione per un Media Buyer dipende dal regime fiscale che è stato scelto durante l’apertura della partita IVA. Per quanto riguarda il regime forfettario, durante i primi cinque anni occorre pagare il 5% di imposte sul 78% del fatturato annuo; dal sesto anno in poi, le imposte aumentano e arrivano al 15% sul 78% del fatturato annuo.
Inoltre, chi dispone di una partita IVA con regime forfettario è esonerato dal versamento dell’IVA e anche dal pagamento di altre imposte, come ad esempio l’IRPEF. Il discorso, invece, è diverso per chi aderisce al regime ordinario, che è tenuto al pagamento delle imposte e anche di altre tasse.
Un esempio è proprio l’IRPEF (Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche), il cui calcolo dipende dalle proprie entrate e da diversi scaglioni:
Inoltre, i regimi ordinari – a differenza di quelli forfettari – non sono esonerati dal versamento dell’IVA. Valutare insieme al proprio commercialista, quindi, di procedere con l’apertura di una SRL è una ottima opzione.
L’apertura SRL, infatti, garantisce un altissimo numero di vantaggi e permette, al contrario del regime forfettario, di avere dei buonissimi volumi di guadagno. Uno di questi vantaggi? Sicuramente un fisso di tassazione da pagare, che non dipende dai vari scaglioni, ma che rimane sempre pari al 24%.
Finora, abbiamo parlato della tassazione per un Media Buyer, a seconda di quale sia il regime fiscale adottato per la propria partita IVA. Oltre alle dovute tasse ed imposte, però, un libero professionista che svolge la professione di Media Buyer è tenuto anche al versamento dei suoi contributi INPS. Per versare i propri contributi INPS, i Media Buyer hanno due diverse opzioni.
Questa gestione prevede il pagamento di quattro F24 l’anno, che sono dei contributi fissi pari a circa 4.200€ in totale, per un reddito annuo che va da 0€ a 17.500€ definito minimale.
In caso di eccedenza di questo reddito, si pagherà circa il 24% sul differenziale.
ESEMPIO
Fatturato 10.000€
Inps pari ad euro 4.200 in quanto è al di sotto del reddito minimo
Fatturato 25.000€
Inps fino a 17.500 pari a 4.200€, invece la parte eccedente 7.500€ (25.000-17.500) al 24% pari a 1.800€
Totale Inps 4.200 + 1.800= 5.000
Hai completato i tuoi studi e desideri diventare un Media Buyer professionista?
Allora, come avrai capito, è il momento di aprire la tua partita IVA o, per essere ancora più avvantaggiato, è il momento di aprire la tua SRL: in entrambi i casi e per entrambe le scelte puoi rivolgerti a me, che in qualità di commercialista online saprò esserti di supporto in merito a tutta la burocrazia necessaria e saprò risolvere tutti i tuoi dubbi, che sono più che naturali, specialmente all’inizio di questa tua grande avventura.
Il Media Buyer è una figura professionale che si occupa di acquistare spazi pubblicitari all’interno dei vari canali di comunicazione per conto delle aziende che segue. Più nello specifico, un Media Buyer si occupa della scelta dei canali più adatti ad una specifica campagna pubblicitaria, della trattativa con i fornitori, del controllo della campagna pubblicitaria una volta lanciata e della valutazione di eventuali modifiche necessarie.
Per intraprendere una carriera di Media Buyer occorre completare gli studi necessari in merito, e successivamente occuparsi di tutti gli aspetti burocratici necessari per l’avvio di un’attività simile.
Non è richiesta alcuna laurea o chissà quale titolo, solamente tanto studio per offrire un servizio di qualità.
Sì, la partita IVA è essenziale, soprattutto se si decide di lavorare come libero professionista. In questo caso, è importante stabilire quale regime fiscale è più indicato per il proprio tipo di attività.
Non esiste un codice ATECO specifico per la figura del Media Buyer, ma si può scegliere tra i codici ATECO che sembrano essere più coerenti con l’attività svolta. In particolare, si può considerare il codice ATECO 73.11.01, che gestisce i lavori di ideazione di campagne pubblicitarie, o il codice ATECO 73.11.02, che riguarda i lavori di conduzione di campagne di marketing e altri servizi pubblicitari.
Il regime fiscale più indicato dipende dal tipo di attività svolta. Per chi avvia la propria attività come libero professionista, il regime forfettario è particolarmente consigliato, in quanto prevede molte agevolazioni specialmente per quanto riguarda le imposte e le tasse da versare. Tuttavia, occorre valutare caso per caso la situazione fiscale e le esigenze specifiche.
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